L'episodio depressivo è caratterizzato da tristezza, umore cupo e avvilito oppure da agitazione, irrequietezza associati ad un costante senso di colpevolezza, ad un rimorso verso qualcosa che non riusciamo a individuare.
Il soggetto appare apatico, anedonico, "pieno di un niente che però pesa come una macigno" al torace o alla "bocca dello stomaco" , rallentato nei movimenti, trascurato nella cura della propria persona, invecchiato, dimesso; la mimica facciale è inerte così come il linguaggio . Il soggetto si isola, non va al lavoro, interrompe i rapporti sociali che deteriorandosi contribuiscono al suo ulteriore distacco dal resto del mondo: spesso rimane addirittura a letto in uno stato di stupore depressivo per cui non si veste, non mangia, non parla.
Le costanti preoccupazioni che lo assillano in alcuni casi si trasformano in veri e propri deliri secondari al disturbo depressivo con il soggetto che tende a costruzioni fantastiche che non possono non concludersi se non con la rovina, o addirittura la morte, del paziente, per evitare le quali il suicidio sembra l'unica via di fuga.
Questo quadro può, a distanza di tempo, mutare in un episodio maniacale che ha esordio più rapido rispetto a quello depressivo: è in genere preceduto da un periodo di iperattività, eccessiva contentezza, loquacità - parametro da tenere in considerazione in soggetti solitamente riservati. Nel periodo di stato, si ha un'elevazione del tono dell'umore, per cui il paziente appare allegro, euforico: in verità sono sufficienti piccole frustrazioni, minimi contrasti perché al benessere subentri rabbia, irritazione o crisi di pianto di breve durata.
L'individuo si nasconde in una corazza fragilissima che non lo protegge affatto, anzi, una volta rotta, lo rende molto più vulnerabile agli stimoli esterni di qualsiasi altra persona. A questa apparente euforia si associa un incremento dell'attività motoria con il soggetto che non riesce a stare fermo; è irrequieto, loquace se non logorroioco, ampolloso nel linguaggio che però non maschera la retoricità dei discorsi che non hanno senso, che sono vuoti, illogici senza nessi associativi.
In poco tempo diventa insopportabile e la gente tende ad allontanarlo ignorando che, quando all'euforia seguirà una rapida caduta del tono dell'umore, questo atteggiamento potrà condannare il soggetto a vivere un'esperienza talmente straziante che solo un gesto estremo potrebbe concludere. Per il paziente tutto è realizzabile "Hic et Nunc", ma i progressivi deficit dell'attenzione, della capacità di relazione, di sintesi e di pensiero rendono questo intento sempre più arduo ed è a questo punto che si accorge che tutto non va come vorrebbe, che gli altri tendono ad evitarlo, che tutto comincia a non avere un senso come i discorsi che pronuncia.
In conclusione: non pensate sia un vantaggio esser bipolari...Kurt Cobain insegna!!!
2 commenti:
sempre ammesso che si sia veramente suicidato...
stavo per scrivere anche io che ne soffriva anche jeff buckley....musiaclmente parlando lo ritengo ad un livello molto superiore rispetto a kurt
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