Per gli antichi Egizi l' imbalsamazione dei morti fu una tecnica molto diffusa. Consisteva nello svuotamento degli organi interni del cadavere, che veniva in seguito riempito di paglia. Il viso veniva coperto da una maschera (solitamente di oro per i piu' ricchi). Per quanto riguarda la "medicina dei faraoni", molto legata alla magia, era molto piu' sviluppata di quanto si possa immaginare. I primi riferimenti appartengono alla prima epoca monarchica (2700 a. C.). Secondo Manetón, sacerdote e storico egizio, Atotis o Aha, faraone della prima dinastía, praticó l'arte della medicina, scrivendo trattati sull'arte della dissezione. Gli scritti di Imhotep, visir del faraone Necherjet Dyeser, sacerdote, astronomo, medico e primo architetto conosciuto, datano lo stesso periodo. (Fu architetto della piramide a gradoni del sovrano Djoser a Saqqara.) La sua fama come medico fu tale che fu deificato, e considerato il dio egizio della medicina.
Troviamo anche Hesyra, il primo medico dentista con il titolo di "Capo dei dentisti e dei medici" nonché scriba, come scritto nella sua tomba aSaqqara. Altri medici noti dell'antico impero antico (dal 2500 al 2100 a. C.) furono Sachmet (medico del faraone Sahura) o Nesmenau, direttore di una delle case della vita, ovvero templi dedicati alla protezione spirtuale del faraone ed al contempo proto-ospedali, nei quali si insegnava agli alunni di medicina, mentre si curavano i malati.
Il primo medico donna conosciuta fu Peseshet, che esercitò la sua attività durante la IV dinastia, oltre al suo ruolo di supervisore, Peseshet faceva la levatrice in una scuola medica a Sais.[1]
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