La frase del mese...
“Ma i moralisti han chiuso i bar e le morali han chiuso i vostri cuori e spento i vostri ardori: è bello ritornar "normalità", è facile tornare con le tante stanche pecore bianche! Scusate, non mi lego a questa schiera: morrò pecora nera!” (Francesco Guccini)
giovedì 31 gennaio 2008
Il nodulo tiroideo
CHE ESAMI EFFETTUARE?
Gli esami che ci aiutano a capire meglio la natura del nodulo e la sua funzionalità sono in ordine di esecuzione: i dosaggi ormonali a livello ematico, l'ecografia , la scintigrafia e l'ago aspirato (FNAB).
Innanzitutto, dunque, bisogna valutare le concentrazioni ematiche degli ormoni tiroidei (FT3, FT4) e del principale stimolatore di crescita e increzione tiroidea: l'ormone tireostimolante, di produzione ipofisaria (TSH). Altrettanto utile è il dosaggio degli autoanticorpi (antiperossidasi, antimicrosomiali, antitireoglobulina, TSH-R e TSH-I) per escludere una tiroidite autoimmune (es. "di Hashimoto"), che può, talvolta, manifestarsi con la presenza di noduli. Il dosaggio della calcitonina sierica è utile come "marker" umorale del carcinoma midollare, tumore tiroideo molto raro.
L'ecografia è l'esame principalmente utile per l'individuazione e lo studio dei noduli tiroidei. Essa è in grado di evidenziare noduli del diametro di 1-2 mm. Con l'esame ecografico si distinguono i noduli in solidi (ipoecogeni, isoecogeni o iperecogeni), cistici (iperecogeni) e misti. Il carcinoma è più frequentemente solido ed ipoecogeno, in casi rari può svilupparsi a partire dalla parete cistica. L'ecografia non è in grado di distinguere il nodulo benigno da quello maligno, però esistono dei segni ecografici predittivi di malignità: a) noduli ipoecogeni b) noduli con margini irregolari c) noduli con micocalcificazioni d) noduli con diametro antero-posteriore maggiore del diametro longitudinale e)assenza di alone periferico f) presenza di spots vascolari intranodulari caotici.
La scintigrafia si esegue somministrando al paziente una dose di iodio o tecnezio radioattivo e valutando la captazione di questo tracciante da parte della tiroide e di eventuali noduli presenti. Essa offre importanti informazioni: 1) caratterizzazione funzionale del nodulo (il nodulo caldo è iperfunzionante, il nodulo freddo è ipofunzionante, il nodulo tiepido normofunzionante. 2) Identificazione di noduli in sede mediastinica. 3) identificazione di metastasi da carcinoma tiroideo differenziato. In uno studio condotto su 5.000 pazienti, l'80% dei noduli erano freddi, 10,5 tiepidi, 5,5 caldi. Il 16% dei noduli scintigraficamente freddi erano maligni, il 4% dei noduli caldi ed il 9% dei noduli tiepidi. In conclusione, la scintigrafia non è in grado di predire la malignità del nodulo tiroideo.
Infine, l'esame che ci consente di differenziare il nodulo benigno dal maligno è la FNAB, e cioè: "fine needle aspiration biopsy" (biopsia per aspirazione con ago sottile). La tecnica è relativamente semplice: si tratta di prelevare con una siringa ed un ago sottile qualche goccia di materiale dal nodulo. Se il nodulo è palpabile all'esame obiettivo può essere effettuata a mano libera, altrimenti si può usare la guida ecografica. Il paziente non ha bisogno di alcuna preparazione e subito dopo il prelievo può tornare a casa. Il risultato di questo esame può essere di 4 tipi: 1) nodulo benigno, 2) nodulo maligno, 3) nodulo sospetto, 4) prelievo inadeguato.
Nel 4% dei caso il prelievo va ripetuto.
lunedì 28 gennaio 2008
La Schizofrenia, dal greco σχιζοφρένεια..."mente divisa"
La Schizofrenia è una psicosi a decorso cronico che può arrestarsi o regredire, non permettendo tuttavia una completa guarigione. Elementi unificanti di questa sindrome sono: l'età d'esordio (giovanile, tra la tarda adolescenza e i 20-25 anni), il decorso (più o meno rapidamente progressivo) e l'esito (in un quadro simil-demenziale).
L'identificazione della patologia è basata sull'associazione di tre componenti psicopatologiche fondamentali:
1. Trasformazione della realtà, fenomenologicamente espressa da deliri ed allucinazioni;
2. Impoverimento affettivo, che si manifesta con alogia (povertà dell'eloquio), abulia (inibizione della volontà), apatia (distacco affettivo) ed asocialità;
3. Disorganizzazione del pensiero, dell'eloquio e del comportamento;
Il quadro clinico conclamato è preceduto da una fase prodromica caratterizzata da modificazioni importanti riguardanti la sfera relazionale e sociale del soggetto (riduce i contatti interpersonali, mostra una peggiore performance scolastico/lavorativa e sociale) al punto da indurre i familiari a definirlo quasi irriconoscibile. Possono comparire idee strane o bizzarre, convinzioni di tipo magico, interesse per lo studio della telepatia o chiaroveggenza, religiosità estrema, affiancate dalla comparsa di una forte componente ansiosa. Esperienza tipica dell'esordio è quella connessa allo "stato d'animo (umore) predelirante": si tratta di un'esperienza soggettiva terrificante, l'individuo avverte che qualcosa di indefinibile che lo riguarda sta per accadere; un senso di vuoto, di insicurezza, di angoscia pervadono il soggetto e da questo sentimento di vuoto incolmabile nasce per il paziente la necessità di aggrapparsi ad un'idea, un significato, qualsiasi esso sia, che abbia un valore rassicurante e rasserenante, nasce così il delirio che introduce la fase attiva della schizofrenia.
Questa seconda fase è caratterizzata da eventi psicopatologici rilevanti, a volte sconvolgenti le caratteristiche del soggetto. I tratti essenziali della malattia sono rappresentati da un insieme di segni e sintomi (positivi e negativi) che devono essere presenti per un certo periodo di tempo(almeno un mese per alcuni, almeno 6 mesi per altri):
1. Deliri
- di persecuzione: il soggetto crede di essere perseguitato, spiato da amici, parenti, vicini di casa;
- di riferimento: la persona crede che determinati gesti, commenti, articoli di giornale siano diretti espressamente a lei;
- di inserzione del pensiero: includono la credenza che i propri pensieri vengano inseriti nella mente;
- di controllo: che il corpo o le azioni siano mossi o manipolati da una qualche forza estranea;
- di influenzamento: il paziente può pensare che le sue sensazioni o azioni siano controllate (es. da onde radio);
- di lettura del pensiero: credenza che la gente legga nella mente del soggetto o conosca i suoi pensieri;
- erotico: il paziente può ritenere che la sua avvenenza è motivo di corteggiamento o anche di invidia;
- di grandezza: la persona crede di essere in possesso di grandi capacità scientifica e di essere, per questo, ostacolata dai nemici;
- di colpa: convinzione di aver commesso gravi ed imperdonabili errori nei confroni della società;
2. Allucinazioni
Sono presenti con maggiore frequenza quelle uditive (voci sussurrate, mormorate, udite con tono normale o dialoganti, che commentano, criticano le azioni del paziente o lo minacciano), le allucinazioni visive, presenti in una minore percentuale di casi, si caratterizzano per essere elementari o complesse, in quest'ultimo caso tridimensionali (ad es. il paziente vede una persona entrare nella sua stanza e sedersi accanto al letto);
3. Eloquio disorganizzato
La persona può scivolare dalla traccia, da un argomento all'altro (deragliamento), fornire risposte oblique, non correlate alle domande poste (tangenzialità), associare parole in base alla loro somiglianza semantica o assonanza, il discorso diviene quasi incomprensibile, fino alla cosiddetta "insalata di parole";
4. Comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico
Progressivo deterioramento della cura e dell'igiene personale; nella catatonia si osserva un accentuato disinteresse per la realtà esterna ed una riduzione della risposta alla stimolazione esterna (con assunzione di posizione fisse e bizzarre); all'estremo opposto si verifica: eccitamento catatonico.
5. Sintomi negativi
Appiattimento dell'affettività, alogia, abulia, anedonia(difficoltà a trovare interesse per qualsiasi tipo di attività).
Di questi 5 sintomi caratteristici ne devono esser presnti almeno 2 per un periodo di un mese, inoltre, per fare diagnosi sono necessari le seguenti condizioni:
- Disfunzione sociale/scolastico/lavorativa;
- Durata: segni continuativi del disturbo persistono per almeno 6 mesi (1 mese di sintomi attivi, il resto sintomatologia prodromica o residua);
- esclusione disturbi Schizoaffettivi e dell'umore;
- Esclusione di abuso di sostanze o condizione medica generale pre-esistente;
La terapia è sia psicofarmacologica (neurolettici ed antipsicotici atipici) che riabilitativa (necessità che il malato recuperi capacità perdute o mai acquisite e quindi ruoli adeguati nel proprio ambito familiare e sociale).
sabato 26 gennaio 2008
PERCHÈ SMETTERE DI FUMARE?
ENTRO 20 MINUTI
- si normalizza la pressione arteriosa
- si normalizza il battito cardiaco
- torna normale la temperatura di mani e piedi
ENTRO 8 ORE
- scende il livello di anidride carbonica nel sangue
- si normalizza il livello di ossigeno nel sangue
ENTRO 24 ORE
- diminuisce il rischio di attacco cardiaco
ENTRO 48 ORE
- iniziano a ricrescere le terminazioni nervose
- migliorano i sensi dell'olfatto e del gusto
ENTRO 72 ORE
- si rilassano i bronchi, facilitano il respiro
- aumenta la capacità polmonare
DA 2 SETT. A 3 MESI
- migliora la circolazione
- camminare diventa sempre meno faticoso
- aumenta del 30% la funzione polmonare
DA 3 A 9 MESI
- diminuiscono affaticamento, respiro corto, sinusite e tosse
- aumenta il livello di energia generale
ENTRO 5 ANNI
- la mortalità da tumore polmonare per il fumatore medio (un pacchetto al giorno) scende da 137 per centomila persone a 72. Dopo dieci anni scende a 12 per centomila che é la normalità.
ENTRO 10 ANNI
- le cellule precancerose vengono rimpiazzate
- diminuisce il rischio di altri tumori: alla bocca, alla laringe, all'esofago, alla vescica, ai reni e al pancreas.
- diminuisce il rischio di attacco cardiaco .
Se tutto ciò non basta a farti cambiare idea, guarda questo video, ti convincerai che vale la pena di smettere:
Ecco quello che finisce nei vostri polmoni dopo aver fumato 10 sigarette al giorno per 20 giorni...
venerdì 25 gennaio 2008
MMSE e demenza...
Il paziente sa riferire:
ANNO (1 punto)
STAGIONE (1 punto)
MESE (1 punto)
GIORNO DEL MESE (1 punto)
GIORNO DELLA SETTIMANA (1 punto)
Il paziente sa riferire:
STATO (1 punto)
REGIONE (1 punto)
CITTÀ (1 punto)
LUOGO (1 punto)
PIANO in cui si trova (1 punto)
(max punti 5+5)
2) Memoria
(max. punti 3 )
Il medico pronuncia ad alta voce (una sola volta) il nome di 3 oggetti (CASA, GATTO, PANE) al ritmo di uno al secondo.
Il paziente deve ripeterli una prima volta.
Fa ripetere nuovamente al paziente la sequenza delle 3 parole fino a quando non le abbia imparate.
Contare i tentativi e registrarli (n° massimo di ripetizioni = 6).
3) Attenzione –calcolo
(max. punti 5)
Sottrazione seriale di 7 da 100 (93-86-79-72-65)
Fermarsi dopo le prime cinque risposte.
Se il paziente avesse difficoltà di calcolo, far scandire lettera per lettera la parola "MONDO" all'indietro (ODNOM).
4) Richiamo di 2
(max.punti 3)
Richiamare i 3 termini precedentemente imparati.
5) Linguaggio
Il paziente deve riconoscere un oggetto.
(max. punti 9)
“Come si chiama questa?” (indicando una MATITA) (1 punto)
“Come si chiama questo?” (indicando un OROLOGIO) (1 punto)
Ripeta “NON C’È NÉ SE, NÉ MA CHE TENGA” (1 punto)
(CRONOS=tigre contro tigre)
Esecuzione di un COMPITO su comando:
a) Con la mano destra prenda questo foglio (1 punto)
b) lo pieghi a metà (1 punto)
c) lo appoggi sulle sue ginocchia (1 punto)
Presentare al paziente un foglio con la seguente scritta
“CHIUDA GLI OCCHI”.
Fare scrivere al paziente una FRASE formata almeno da soggetto e verbo (1 punto ):
Frase:___________________________________________________
Far copiare al paziente il DISEGNO (1 punto):
Specificare il ivello di coscienza del paziente:
Allerta
Assopito
Stupor
Coma
Il MMSE comprende 30 specifiche prove ed è ben riproducibile se si utilizza la versione standardizzata. 35 Diversi studi indicano che un punteggio al MMSE inferiore a 24/30 presenta sufficiente sensibilità (80-90 per cento) e specificità (80 per cento) per poter discriminare tra i casi affetti da demenza ed i soggetti normali di controllo.
mercoledì 16 gennaio 2008
"Il suono della vita"
Anche il DNA ha una sua “melodia”, ribattezzata subito “Il suono della vita”.
Si tratta di una pseudomusica prodotta dalle vibrazioni, dai movimenti del Dna stesso che è stato registrato e fatto ascoltare da un team italo-americano guidato dal docente di Biologia molecolare dell’Università di Bologna, Carlo Ventura, e dal fisico James Gimzewski dell’università di Los Angeles (California). Si suppone che gli antichi saggi taoisti siano i precursori di questa sensazionale scoperta, le cui intuizioni sono state confermate dalla fisica moderna.
Anche la tradizione sciamanica, come conferma il libro di Jeremy Narby, “Le serpent cosmique” , postulava l’esistenza di una “MUSICA” proveniente dagli spiriti della natura dalla quale si traevano le conoscenze e le pratiche di guarigione. La medicina cinese continua tutt’oggi ad utilizzare i suoni vibranti per il riequilibrio degli organi, ma la scoperta del prof. Ventura è a dir poco epocale. Il nostro genoma è costituito da migliaia di anse, ripiegamenti che impacchettano la struttura lunga 2 metri della molecola DNA, in pochi millesimi di millimetro di diametro del nucleo: hanno una funzione puramente architettonica, di sostegno, non sono mera “spazzatura” come si credeva qualche tempo fa. Tali ripiegamenti sono dinamici nell'assemblarsi e nel disassemblarsi, e questo loro muoversi in continuazione viene trasmesso a strutture del citoscheletro fino a creare una vibrazione sulla superficie della cellula.
Questa vibrazione è compresa nell'arco di frequenze udibili dall'orecchio umano, il lavoro del team ha perciò mirato allo sviluppo di un approccio in grado di rilevare questi suoni.
Ciò che emerge è che i rumori sono contingenti alla funzione cellulare, in termini di espressione di geni. Ragionando all’inverso, c’è da capire se riproducendo determinati suoni si possa istruire la cellula a svolgere particolari compiti, in altri termini, se possa essere oggetto di condizionamento. Quando e soprattutto Se si arriverà a scoprire che a differenziamenti cellulari specifici corrispondo frequenza sonore identificative, si potrà tentare, in ambito laboratoristico, di ottenere un differenziamento facendo ascoltare alla cellula questi suoni.
Non si tratta di una semplice curiosità, ma si prospetta la possibilità che gli scienziati, come i direttori d’orchestra, siano capaci, con la musica, di orientare lo sviluppo delle cellule staminali e curare malattie oggi inguaribili.
martedì 15 gennaio 2008
I CASO CLINICO...
domenica 13 gennaio 2008
Lettera a un medico sulla cura degli uomini
giovedì 3 gennaio 2008
"DANZA LENTA"
O ascoltato il rumore della pioggia quando cade a terra?
O seguito mai lo svolazzare irregolare di una farfalla?
O osservato il sole allo svanire della notte?
Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce.
Il tempo è breve.
La musica non durerà.
Percorri ogni giorno in volo?
Quando dici "Come stai?"
ascolti la risposta?
Quando la giornata è finita ti stendi sul tuo letto con centinaia di questioni successive che ti passano per la testa?
faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce
Il tempo è breve.
La musica non durerà.
Hai mai detto a tuo figlio, " lo faremo domani?"
senza notare nella fretta, il suo dispiacere?
Mai perso il contatto, con una buona amicizia che poi è finita perché tu non avevi mai avuto tempo di chiamare e dire "Ciao"?
Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce
Il tempo è breve.
La musica non durerà.
Quando corri cosi veloce per giungere da qualche parte ti perdi la metà del piacere di andarci. Quando ti preoccupi e corri tutto il giorno rendi la tua vita un regalo mai aperto . . . gettato via.
La vita non è una corsa. Prendila piano.
Ascolta la musica.