Cinque personaggi si affrontano intorno a una sorgente:
Morton (Ferzetti), magnate delle ferrovie, ha bisogno dell'acqua per le sue
locomotive e fa eliminare i proprietari legittimi, i McBain, dal suo feroce
sicario Frank (Fonda); Jill (Cardinale), ex prostituta, vedova di un McBain; il
bandito Cheyenne (Robards), accusato della strage dei McBain; l'innominato
dall'armonica (Bronson) che vuole vendicare il fratello (Wolff), assassinato da
Frank e i suoi sgherri. Su un soggetto scritto dal regista con Dario Argento e
Bernardo Bertolucci e sceneggiato con Sergio Donati, è una sorta di antologia
del western in negativo in cui si ricorre ai suoi più scalcinati stereotipi. 3
attori americani di scuole diverse e il più famoso dei 3 (Fonda) scelto contro
la parte. Il set non è più l'Andalusia, ma la Monument Valley di John Ford. In
un film ricco di trasgressioni, Leone dilata madornalmente i tempi
drammaturgici, contravvenendo alla dinamica del genere. Sotto il segno del
titanismo si tende al teatro d'opera e alla sua liturgia. Dall'epica del treno,
della prima ferrovia transcontinentale, si passa alla trenodia, al canto
funebre sulla morte del West e dello spirito della Frontiera. Come in Sam
Peckinpah.
Fonte: Mymovies
La scena dell'addio di Armonica a Jill è da brividi. Lo
sguardo di Bronson, la tensione musicale del grande Ennio Morricone, la
bellezza di una stupenda Claudia Cardinale, il "buon" Fonda sullo
sfondo. Insomma, a mio parere, un capolavoro italiano. Buona visione...
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