"Forza e musicalità - come un arco teso... Voglio
vivere cosi' fino al mio ultimo respiro". Cosi' Kim Ki-duk firma il film
presentato a Cannes 2005. L'arco è un'arma che offende, ma la sua corda puo'
suonare una musica dolcissima e la sua freccia puo' diventare un appassionato
messaggio d'amore: quello di un uomo che prende con sè una bambina di sei anni
e la cresce per sposarla al compimento dei sedici. La gabbia d'oro è un
peschereccio in mezzo al mare che il vecchio affitta ad appassionati di pesca.
La "coppia" convive felicemente fra frecce scoccate a visitatori
indesiderati e rituali sull'altalena (ma c'entrano anche Buddha e, di nuovo, le
frecce) per predire il futuro. Fino a quando arriva un giovane ospite che
inizia una tenera amicizia con la ragazza e decide di liberarla. Ma l'amore
dell'uomo è troppo grande per lasciare colei che ha scelto come sua sposa... Il
film ha dalla sua un fascino particolare, fatto di acqua - è stato interamente
girato (17 giorni di riprese) in mare aperto -, di sguardi - soprattutto quelli
della giovane che, come il protagonista di "Ferro 3", non dice una
parola -, e di immagini simboliche - la cima che lega le due barche, la libertà
delle galline, la musica del lettore mp3 e cosi' via. Ma la poesia, fin troppo
ricercata, non basta a sublimare il tema centrale: l'incesto, o meglio la
pedofilia. Per questo la sensazione disturbante cresce mano a mano che si
scopre il triste destino della piccola e la pellicola perde compattezza in un
finale che risulta stilisticamente irrisolto.
Fonte: Mymovies
Nessun commento:
Posta un commento