La frase del mese...

“Ma i moralisti han chiuso i bar e le morali han chiuso i vostri cuori e spento i vostri ardori: è bello ritornar "normalità", è facile tornare con le tante stanche pecore bianche! Scusate, non mi lego a questa schiera: morrò pecora nera!” (Francesco Guccini)

lunedì 3 dicembre 2007

Colangiocarcinoma: passi da gigante!



La collaborazione tra l’Università la “Sapienza” di Roma e l’Università di Ancona, ha prodotto un importante risultato nella diagnosi del tumore delle vie biliari (calangiocarcinoma), uno dei tumori a più alta mortalità.
Attualmente non esistono test per la diagnosi precoce di questa patologia, ma solo complesse indagini strumentali e radiologiche all’insorgenza dei sintomi (l’ecografia rappresenta il più importante test per la valutazione iniziale; la Tc e la RMN permettono una migliore definizione della lesione; la CPRE, colangiografia retrograda endoscopica, è sensibilissima nell’identificare le più piccole lesioni ma, per la sua invasività e per il rischio di complicanze, il suo ruolo è limitato).La diagnosi, pertanto, viene generalmente posta in uno stadio di malattia così progredito che l’unica terapia possibile è la chirurgia resettiva.

Accertare la malattia così tardi, consente di operare meno del 30% dei pazienti e, a 5 anni dalla diagnosi, meno del 5% dei soggetti colpiti dalla malattia sono ancora in vita.
Questo studio, merito esclusivo della ricerca italiana, ha dimostrato che l’analisi di un solo indicatore nella bile (IGF1- fattore di crescita insulino-simile) consente la diagnosi definitiva di colangiocarcinoma e la distingue con accuratezza assoluta dalle malattie benigne delle vie biliari (calcoli, infiammazioni) e dal cancro al pancreas.La scoperta, che apre nuove prospettive per la diagnosi precoce e quindi per la terapia dei tumori delle vie biliari, ha già meritato la pubblicazione sulla prestigiosa rivista americana, Annals of Internal Medicine, organo ufficiale dell’American College of Physicians.

M.M.

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