La frase del mese...

“Ma i moralisti han chiuso i bar e le morali han chiuso i vostri cuori e spento i vostri ardori: è bello ritornar "normalità", è facile tornare con le tante stanche pecore bianche! Scusate, non mi lego a questa schiera: morrò pecora nera!” (Francesco Guccini)

giovedì 1 novembre 2012

L'arco - Kim Ki-Duk




"Forza e musicalità - come un arco teso... Voglio vivere cosi' fino al mio ultimo respiro". Cosi' Kim Ki-duk firma il film presentato a Cannes 2005. L'arco è un'arma che offende, ma la sua corda puo' suonare una musica dolcissima e la sua freccia puo' diventare un appassionato messaggio d'amore: quello di un uomo che prende con sè una bambina di sei anni e la cresce per sposarla al compimento dei sedici. La gabbia d'oro è un peschereccio in mezzo al mare che il vecchio affitta ad appassionati di pesca. La "coppia" convive felicemente fra frecce scoccate a visitatori indesiderati e rituali sull'altalena (ma c'entrano anche Buddha e, di nuovo, le frecce) per predire il futuro. Fino a quando arriva un giovane ospite che inizia una tenera amicizia con la ragazza e decide di liberarla. Ma l'amore dell'uomo è troppo grande per lasciare colei che ha scelto come sua sposa... Il film ha dalla sua un fascino particolare, fatto di acqua - è stato interamente girato (17 giorni di riprese) in mare aperto -, di sguardi - soprattutto quelli della giovane che, come il protagonista di "Ferro 3", non dice una parola -, e di immagini simboliche - la cima che lega le due barche, la libertà delle galline, la musica del lettore mp3 e cosi' via. Ma la poesia, fin troppo ricercata, non basta a sublimare il tema centrale: l'incesto, o meglio la pedofilia. Per questo la sensazione disturbante cresce mano a mano che si scopre il triste destino della piccola e la pellicola perde compattezza in un finale che risulta stilisticamente irrisolto.

Fonte: Mymovies

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